giovedì 27 settembre 2012

Noise e altre amenità. Intervista con Mike Connelly



Al termine della tre giorni di devastanti live dei Wolf Eyes al Codalunga, ho chiesto ha Mike Connelly (chitarrista rumoroso, sperimentatore elettronico e autentico vulcano di idee, oltre che con i Wolf Eyes, con progetti come Hair Police, Birth Refusal e Failing lights) se aveva voglia di fare un'intervista a distanza per questo blog. Qualche giro di mail ed ecco cosa il gentilissimo Mike mi ha risposto.
(ps l'intervista risale ormai a qualche mese fa e i dischi di cui parla Mike sono già usciti)



    Allora Mike, tutto bene con il passaggio italiano? Sei soddisfatto? E come sono andate le tre serate da headliner al Codalunga?

    - Si, è stato fantastico.  Per noi era una sfida fare tre serate con tre set differenti, dato che immaginavamo di trovarci a suonare più o meno allo stesso pubblico ogni sera. Sono stato contento del risultato di tutta la settimana, soprattutto dei set solisti alla Codalunga gallery.

    Quando ascolto i Wolf Eyes trovo che sia difficile dire se la vostra musica sia un buco nero sonoro connesso a uno stato d'animo del tutto depressivo e distruttivo o se sia l'alba di una nuova era di puro amore raggiunto attraverso il rumore assoluto. Una specie di tempesta cosmica fuori di testa in cui ci si può perdere e provare sensazioni postiive. È davvero una delle poche esperienze musicali che mi danno una specie di vibrazione hippie. Cosa ne pensi, devo rivolgermi a uno strizzacervelli o c'è qualcosa di vero in quello che mi capita?

    - No, penso che sia una reazione normale. Con questo tipo di musica, si possono suscitare sensazioni di tutti i tipi, anche quelli meno ovvi. Anche nel mio caso posso dire che "lo stato d'animo distruttivo" mi riempie di piacere. Anche se nella musica si può cogliere qualche elemento di tipo depressivo, penso che sia un modo per attraversare la depressione e uscirne indenne. Non credo che sia niente di strano nel provare gioia o felicità con qualcosa di oscuro e distruttivo. Io, ad esempio, ho sentito una scossa di puro e assoluto divertimento nel corso del set degli Inquisition

    Vedendo dal vivo i WE mi ha colpito una cosa che dai dischi non è facile da cogliere: la forte natura rituale delle vostre performance. È come trovarsi nell'occhio del ciclone. I confini tra la pace e la furia sfumano in una continua alternanza tra silenzio, droni cupi, ronzii da sciame, urla, riff neri e profondi, e così via. Sul palco voi tre avete una grande focalizzazione. Un controllo stupefacente delle dinamiche interne del rumore. La vostra musica è quasi matematica, in un certo senso. L'idea di un caos controllato pronto a portare la mente in luoghi strani, pieni di presenze ostili e forme fluttuanti. Fino a che punto dal vivo le cose sono pianificate e fino a che punto lasciate semplicemente che il caos si scateni?

    - Per i set in Italia l'improvvisazione era davvero ridotta al minimo. I concerti erano controllati e pianificati... ma sempre fino a un certo punto. Anche nelle nostre canzoni c'è spazio per fare quello che più ci piace. Ci sono delle strutture che seguiamo in modo più stretto ... Nel mio caso può trattarsi di una linea di chitarra o di un riff... Per Nate, i testi... quindi le cose sono davvero tenute sotto controllo. D'altro canto, l'anno scorso abbiamo fatto quasi solo concerti in cui c'erano pochissime cose pianificate e abbiamo suonato in modo molto più libero di quanto avessimo mai fatto prima. Dipende semplicemente dal setting, da qual'è la zona nella quale ci troviamo, tutto qui.

    Ascoltando gli Hair Police, si può cogliere qualcosa di inconfondibile. Sono più punkeggianti dei Wolf Eyes, una strana combinazione tra noise e free rock. Quasi come se Captain Beefheart incontrasse i Voivod in un paesaggio del Midwest. Elettronica deragliata, campane, un furioso drumming tribale, il basso che si muove sotto. È uno strano matrimonio tra gli spiriti liberi e fluidi del metal e l'urlo lontano di una specie di zombie psichedelico senza anima. È diverso suonare la chitarra con i Wolf Eyes e suonare il basso con gli Hair Police? 

    - Wow, grande descrizione! É davvero molto diverso suonare nell'una e nell'altra band. A un certo punto ho suonato con entrambe sia la chitarra che il basso. Ora suono solo la chitarra. Per me, comunque, si tratta sempre di corde. Uso le corde che mi servono per arrivare a destinazione, nel luogo verso cui sto andando. In questo periodo sono sei corde, di quelle più sottili. La differenza principale per me è che negli Hair Police seguo la parte vocale. Si tratta di una faccenda molto diversa, un approccio differente. Anche i testi, i titoli, ecc. Trevor e io di solito lavoriamo sui titoli... per il nuovo disco tutti i testi sono miei. È molto diverso creare il tuo mondo ed è l'unica delle mie band in cui questa forma di creazione la raggiungo attraverso i testi. Sono a un punto in cui mi trovo tranquillo con l'idea di scrivere dei testi e magari a un certo punto potrebbero passare anche a un altro progetto.

     Quando sarà pronto il nuovo disco degli Hair Police? Sarà diverso da Certainty of Swarms?

    - In realtà è già pronto. Sto finendo l'artwork e poi andremo a stamparlo. Uscirà per Gods of Tundra. Si intitola Mercurial Rites. È sempre diverso, ma penso che si tratti di un passaggio naturale. Siamo molto contenti del risultato. Dal punto di vista dei testi, è il mio disco preferito... e penso anche che siamo riusciti a registrare la batteria di Trevor meglio di quanto sia avvenuto nei dischi precedenti.

    Gods of Tundra è la tua tape label: bel nome, dove l'hai pescato?

    - Il nome Gods of Tundra suonava bene, semplicemente. Non faccio uscire solo cassette, ma anche parecchi LP. In questo momento stiamo mettendo assieme un LP a una facciata dei Birth Refusal, che si intitola Current Period of Extinction. Birth Refusal è il progetto che portiamo avanti assieme io e Olson. Gli LP sono pronti, rimane solo da dipingere e mettere assieme le copertine. Dovrebbe essere fuori nel giro di qualche settimana. 

    Puoi dirmi qualcosa sul tuo progetto solista Faling Lights? Non ho visto il tuo set a Vittorio Veneto, ma ho sentito dire che è molto diverso da quello che fai con i Wolf Eyes o gli Hair Police

    - Non direi che è davvero così diverso. La gente mi dice che è più tranquillo... Non lo so. Fa tutto parte del mio universo... certe volte elementi provenienti da tutte e tre le band entrano in collisione. C'è un nuovo LP di Failing Lights che sta per uscire per Dekorder. Si intitola Dawn Undefeated, sarà fuori molto presto.

    I Wolf Eyes sono noti anche per essere "I noisers che hanno fatto due dischi con la Sub Pop". Penso che i WE siano il gruppo più rumoroso ad essere diventato mainstream (indie mainstream, ovviamente). Ho anche scoperto che "The Driller" è stata usata in un episodio di The Office. Com'è stata l'esperienza con la Sub Pop? Cosa vuol dire per te essere in una delle band faro nella scena musicale estrema?

    - La Sub Pop è stata assolutamente cool con noi ed è stato splendido lavorare con loro. Penso che aver fatto due dischi con loro sia stato perfetto. Si, "The Driller" su The Office, è stato davvero divertente! Ti dirò che non me ne frega un cazzo di essere i più rumorosi. È una cosa che non ci è mai interessata... I nostri amplificatori non sono poi così grandi! Le persone ci percepiscono così e reagiscono così a causa dei suoni che produciamo. Sono molto più difficili da maneggiare dei suoni che vengono prodotti dalla maggior parte delle band che suonano a volume alto. E poi, nessuno può battere i Manowar in questo campo, e allora, fanculo, perché provarci?!

    Ultima domanda: Wolf Eyes, Hair Police e Gods of Tundra hanno in comune un'attitudine decisamente dark e orrorifica, dai nomi delle canzoni fino ad arrivare alla cover art. Intendo dire, titoli come "Lake of Roaches", "Stabbed in the Face" o "Certainty of Swarms" sarebbero perfetti per un qualche slasher perduto degli anni ottanta o per la videocassetta semi cancellata di un film gore-apocalittico. Da dove prendete l'ispirazione per i titoli delle canzoni e il concept visivo dei vostri lavori?

    Non c'è dubbio che personalmente la faccenda dello "slasher perduto anni ottanta" e della "cassetta semicancellata di un film gore-apocalittico" sia per me uno dei punti di partenza fondamentali. Il mio primo progetto solista si chiamava Zombi... e continuo ad avere Cannibal Holocaust in una versione bootleg giapponese in vhs e non ho nemmeno mai visto una versione rimasterizzata. Penso che in questo periodo l'ispirazione mi venga soprattutto da libri come Delitto e Castigo e film come Woman in the Dunes. Ma davvero, per me le cose si mescolano a tutti i livelli. Non distinguo le cose "alte" da quelle "basse". Tutto opera sullo stesso piano, nel mio caso. Sleepaway Camp=Rashomon=Sleepaway Camp

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