sabato 25 giugno 2011

NOSTALGIA DEL PRESENTE

Iniziando a leggere il libro di Simon Reynolds, il primo punto che mi rimane in mente è il rapporto della cultura pop con il presente. Pop è stato a lungo sinonimo di relazione stretta, anche superficiale, con il qui e ora. Addirittura, in senso dispregiativo, il pop si consuma nell'effimero, nella totale adesione con l'istante che passa e che quindi, appena passato, manda fuori moda tutto quello che era legato ad esso. L'effetto "retro" nasce invece dall'idea che il presente sia svuotato e privo di senso e che solo nel passato, in un passato che non si è magari mai vissuto direttamente, si possa trovare una dimensione di esperienza autentica. Insomma, il movimento è quello da un presente che è, ma non viene reputato interessante, a un presente che è stato (quindi è passato) e in cui era possibile avere una totale immersione con il qui e ora. Ci si distacca dall'ora per entrare in risonanza con un tempo in cui il "be here now" veniva vissuto fino in fondo. Nostalgia per epoche in cui tutto era vero, autentico, possibile.

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