venerdì 15 luglio 2011

DA ELVIS A MARCEL


Questi attaccamenti vagamente ossessivi sono comunque momenti di innamoramento, passioni che riattivano istanti del passato. A volte si crea quello che si è amato in un momento trascorso della propria vita e si vorrebbe vedere, sentire, leggere o ascoltare ancora una volta. La fissazione sull'oggetto perduto è tipica dell'elaborazione del lutto e della maliconia. Ritorna ancora Agamben, qui, quello di Stanze, quando parla della relazione con un oggetto perduto o con quello che non è mai stato presente. La registrazione del suono, questo gioco con i fantasmi che permette di ripetere all'infinito un momento originario che era però già un artefatto, una combinazione di tempi diversi (le tecniche di registrazione, quelle di produzione) genera un'elaborazione malinconica dell'esperienza del tempo che passa. Ed è forse un gioco edipico: la versione più classica della storia della prima registrazione di Elvis dice che il disco sarebbe dovuto essere un regalo per la madre. Molto Proust, in tutto questo, si potrebbe dire. Chi più "retromaniaco" di lui?

image © Tullio Pericoli, Marcel Proust, 1987

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